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Lo storytelling secondo Luca Bartoli copywriter e storyteller dal 2005. Tra narrazione e marketing, gusto per la parola e obiettivi di vendita.

Freee

Free. Back to life.

Manifesto Freee.

FEEEL TO BE FREEE

Non sarà mai una maglietta a farti sentire FREEE.
E neppure una felpa.
Non saranno frasi divertenti con cui scandalizzare il prossimo tuo come te stesso.
E neppure loghi che inneggiano a inneggiare a qualcosa.

Non sono i soldi che spendi né quelli che tieni sotto il materasso.
Neppure l’essere “sereno nonostante la crisi” può farti essere davvero FREEE.
Non è dichiararti volutamente fuori moda e men che meno inseguirla.
Non è niente che puoi comprare e niente che puoi vendere.

Fregarente di quello che pensano gli altri, questa volta, non ti aiuterà a essere FREEE.
Figuriamoci il preoccupartene.
Basta che se ne parli” è morto, come è morta “la prudenza che non è mai troppa”.
I luoghi comuni sono sepolti, ma anche le mete alternative se la passano maluccio.

FREEE è cadere e saperti rialzare.
FREEE non è il campione imbattuto.
FREEE è lo sfidante a cui hanno rotto il culo che torna sullo stesso ring a darne più che può, sapendo che potrebbe prenderne molte di più.
FREEE non è vincere ma il voler giocare anche la rivincita.

FREEE è rimontare in sella su un cavallo troppo selvaggio perché tu lo possa domare. Ma non è sfidare la morte, semmai è scommettere sulla vita.
FREEE non è giocarti una seconda possibilità, ma giocare affinché ce ne sia una terza.
FREEE è immergerti due volte nelle acque dello stesso fiume non per scoprire che tutto cambia,
FREEE è farlo solo per sentirti nuovamente bagnato.

FREEE. FREEE FROM MUSTS.

Copywriter: Luca Bartoli
Cliente: FREEE clothing

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Per saperne di più sui miei servizi da copy writer, puoi scrivermi a lucabartoli@gmail.com

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Slounge

The Slounge Way

Manifesto “La nostra slounge way”.

Ci muoviamo, ma lo facciamo senza fretta.
Il nostro corpo è il nostro strumento, lo usiamo. Ma non ne abusiamo.
È la curiosità a guidarci continuamente verso il nuovo.
Siamo aperti al mondo al 100% nel superare confini che non sono ancora stati tracciati.
Ci muoviamo slounge.

Pensiamo, consepevoli della nostra unicità. I nostri pensieri ed emozioni sono solo nostre.
Nessuno può dirci cosa possiamo o non possiamo fare, dire o pensare.
Siamo pastori non pecore. Decidiamo delle nostre vite. Scegliamo.
E nello scegliere, siamo rilassati. Tanto non esistono decisioni sbagliate.
L’unico errore è lasciarle prendere agli altri.
Pensiamo slounge.

Siamo positivi, ottimisti, curiosi. Siamo l’estensione di tutti i nostri pensieri.
Abbiamo piani perfetti da realizzare che chiamiamo sogni e mezzi potenti di nome entusiasmo e creatività.
Interpretiamo la realtà a modo nostro, la plasmiamo e la facciamo assomigliare alla nostra visione del mondo.
Tutta la fiducia, la saggezza e il coraggio che ci servono sono già dentro di noi, adesso.
Siamo sloungers. Unisciti a noi.


Copywriter: Luca Bartoli
Art Director: Nicola Cellemme
Agenzia: DLVBBDO, Milano
Cliente: Freddy

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Freddy lancia in Italia The Slounge Way

In movimento. Come la vita. Sempre. In qualsiasi momento della giornata, perché è un modo di essere, di sentirsi, di vestirsi. Il brand ricomincia da qui, cambiando agenzia (recente da parte di D’Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO slol’acquisizione dell’incarico al termine di una gara) ma non le sue muse creative, la coppia Pepe – Siani che già gli anni scorsi ha dato prova di interpretarne al meglio il mood.

La nuova campagna autunno/inverno 2010 è realizzata sotto il segno dello ‘slounge’, termine ibrido che nasce dal morphing tra sport e loungewear. Attitudine artistica a ‘essere in movimento’, Dna per il marchio fin dalle sue origini e centro dell’universo dei valori Freddy. Per questo motivo, seguire la ‘slounge way’ per Freddy più che una rivoluzione rappresenta una evoluzione. Negli scatti di Pierpaolo Ferrari e nel video girato da Marco Gentile con la casa di produzione Diaviva,  lo slounge contagia e pervade l’intero stile di vita, fino a diventare la definizione per un modo di vivere rilassato ma sinuoso, disteso ma pronto all’azione, confortevole e al tempo stesso performativo. E’ un viaggio gipsy perennemente fuori e dentro la dimensione del sogno.

La comunicazione slounge, oltre a prevedere tv e web, sarà declinata sui materiali pop e impressa sui tessuti per vivere senza rigidità all’interno delle vetrine e dei negozi. I cataloghi sono stati realizzati con la collaborazione della fotografa Elisabetta Claudio. L’agenzia curerà inoltre il sito internet che sarà concepito come un osservatorio permanente sul mondo slounge e sull’universo Freddy. 

L’on air è previsto dal prossimo autunno. Firmano i direttori creativi Federico Pepe e Stefania Siani, art director Nicola Cellemme, copy Luca Bartoli. Responsabili del contatto Davide Gonzato e Francesca Rapparelli

Per saperne di più sui miei servizi di copywriting, puoi scrivermi a lucabartoli@gmail.com

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Traduttore naturale

Brand positioning, seo web copywriting per traduttore madrelingua inglese e italiano.

Carlotta Acme, traduttore naturale.

Personal branding statement: “Carlotta ACME offre un servizio di traduzione professionale ad alta componente umana. A differenza dei concorrenti che offrono un servizio standard, spersonalizzato, spesso parzialmente automatizzato,
Carlotta ACME offre alle aziende un vero e proprio collaboratore madrelingua in outsourcing.

Questo per il cliente significa:

  • Un supporto costante in grado di adattarsi alle sue esigenze
  • Disponibilità e puntualità nei tempi concordati
  • Una traduzione più curata e attenta, sartoriale”

Traduttore naturale: Coerenza e credibilità

La «naturalità» del servizio ACME nasce dal talento naturale e dalla storia di Carlotta. Una ragazza che quando ha dovuto scegliere «cosa fare davvero da grande» ha scelto la cosa che le veniva naturalmente meglio. Una professionista che, quando seleziona i suoi colleghi, riesce a scegliere istintivamente i migliori.

Traduttore naturale: Distintività

Qualcuno ha detto «se il mondo fa zig, tu zag» e oggi si parla sempre più anche a sproposito  di Intelligenza Artificiale, Machine Learning mentre, nel settore, di software di traduzione. Fortunatamente nessuno è ancora riuscito a eguagliare il lavoro di un traduttore umano.

Traduttore naturale: Valore aggiunto

Paradossalmente, nessuno dei concorrenti analizzati, rivendica questo valore umano.
Qualcuno, probabilmente lo da per scontato e, come insegnano le vendite di fine stagione, quello che si da per scontato perde il suo valore. Valore che invece serve a preparare e a giustificare un servizio premium.

Traduttore naturale: Unicità e qualità

Rispetto a chi presenta la traduzione come una commodity, l’enfasi per sull’umanità ci fa uscire dalle logiche di standardizzazione, conferendo unicità e qualità a una traduzione ACME. Proprio come accade per un abito fatto a mano che è intrinsecamente superiore a un capo industriale.

Testi sito.

Carlotta Acme, Traduttore Naturale

“CERCATE UN TRADUTTORE O UNA TRADUTTRICE IN CARNE E OSSA? ECCOMI.”

sito traduttore naturale

Buongiorno o buonasera o buonanotte, non so esattamente a che ora leggerete queste parole, quello che so – e ne sono quasi certa – è che se siete atterrati su questo sito non è per caso. Molto probabilmente siete alla ricerca di un traduttore.

Bene, lo avete trovato: sono Carlotta Acme e se avete fretta di ricevere un preventivo e far partire una traduzione, questa è la mia email:
✉ carlotta.acme@gmail.com

Se invece avete un po’ meno fretta, mi presento. Sono il vostro nuovo traduttore madrelingua dall’inglese all’italiano e viceversa e posso offrirvi anche traduzioni in altre lingue (europee, extra-europee, asiatiche, africane e non solo). Di queste posso occuparmi io indirettamente: negli anni ho selezionato una serie di colleghi traduttori che posso mettere a vostra disposizione. Spesso chi mi commissiona una traduzione dall’italiano all’inglese, lo stesso testo ha esigenza di tradurlo anche in francese, in spagnolo, in tedesco… ed è capitato che mi chiedessero anche cinese mandarinoarabogiapponese. Così ho deciso di sviluppare una rete di traduttori naturali, come me, al servizio di privati ed aziende, come voi.

Perché un traduttore naturale?

“LA BALLERINA BALLA, IL MUSICISTA MUSICA, IO TRADUCO. DEVO ESSERE UN TRADUTTORE.”
traduttore madrelingua

In un mondo che non fa che parlare di intelligenza artificiale e in un campo in cui il ricorso ai software di traduzione è sempre più frequente (e purtroppo spesso si vede) io ho deciso di stare dall’altra parte. Sarò vintage, sarò old school, sarò quello che vi pare ma finché non esiste programma, applicazione o tecnologia artificiale in grado di superare le capacità di un traduttore madrelingua, penso che chi lo cerca e gli affida un lavoro voglia che il lavoro sia fatto al 100% da una persona, da un traduttore in carne e ossa.

Ed è quello che faccio e che sono io. Così ho deciso di fare del mio essere un traduttore non artificiale il mio punto di forza. Oltretutto per me, cresciuta in Italia fino a 12 anni, poi trasferita in Giappone dove ho frequentato scuole anglosassoni che ho continuato anche quando sono tornata in Europa, fino al Bachelor of Arts in Communications and Media Studies nel 2004, tradurre è la cosa che mi viene più naturale. Gli amici dicono che sono “bilingue inside” o “madrelingua e padre pure”, che a me fa sempre sorridere.

Come sono diventata un traduttore naturale?

“È UNA VITA CHE LEGGO, CAPISCO, PENSO E SCRIVO CONTEMPORANEAMENTE IN INGLESE E IN ITALIANO.”

traduzioni inglese italiano

Continua su www.acmesas.com

traduzioni italiano inglese

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EIM

EIM – Gli inventori dell’interim management.

Cliente: EIM
Copywriter: Luca Bartoli

EIM – Excellence In Management.

We believe in people.

Siamo convinti che, quando lo scenario cambia, sono gli uomini a fare la differenza.
Sono loro che riescono ad adattarsi e a cogliere le opportunità insite in ogni trasformazione.
Sono loro che guidano l’innovazione.
Sono loro che realizzano il cambiamento.
Gli uomini sono la soluzione.

We believe in solutions through people.

Nei momenti più critici ogni azienda ha bisogno degli uomini migliori. Acquisizioni, riorganizzazioni, ristrutturazioni possono rappresentare un costo insostenibile, se ad occuparsene sono le persone sbagliate o trasformarsi in incredibili opportunità, se a gestirle ci sono gli uomini giusti. Ed è in situazioni straordinarie come queste che il management ordinario può non essere sufficiente e diventa necessario che a guidare un’azienda ci siano uomini dotati di abilità fuori dal comune, visione strategica, immaginazione. E di loro si ha bisogno con urgenza.

We are the inventors of interim management.

È proprio da questa analisi che le due aziende co-fondatrici di EIM, il leader nell’executive search Egon Zehnder e il gruppo di consulenza olandese Boer & Croon, decisero di dar vita nel 1988 alla prima società che offriva, al tempo stesso, manager eccellenti e soluzioni immediate. Figure di altissimo profilo per il tempo necessario a capire i bisogni, realizzare il cambiamento e consolidare i risultati. In due parole “interim management”.

We deliver value through people.

È da questa intuizione innovativa e dall’esperienza sul campo messa insieme dai professionisti di EIM  che nasce la certezza di poter offrire sempre i manager giusti per ogni genere di sfida. 25 anni di successi, oltre 7.000 missioni realizzate in tutto il mondo con più di 20.000 manager coinvolti, sono la conferma che a dar valore alle imprese sono gli uomini di valore.

www eim com / it /

eim management

EIM GARANTISCE UN RAPIDO ACCESSO A COMPETENZE MANAGERIALI
E PROFESSIONALI ALTAMENTE QUALIFICATE

eim nel mondo
EIM gestisce una Community internazionale di 30.000 Dirigenti, Manager e Professionisti Indipendenti immediatamente disponibili per accompagnare le Aziende a mettere in opera i processi di cambiamento accelerato sia in fase di espansione sia in periodi di ristrutturazione:

ECCO I NOSTRI SERVIZI. Basta un CLICK per saperne di più

  • Soluzioni per operazioni di Private Equity
  • Interim e permanent management
  • Business Transformation
  • Performance Improvement
  • Ambiti di intervento prioritario

PERCHÉ SCEGLIERE EIM?

L’approccio sviluppato negli anni da EIM ha rappresentato, per molte aziende nostre clienti, la risposta più efficace ed efficiente per ottenere stabilmente un più alto livello di competitività negli ambiti affrontati.
Un approccio che ha dimostrato di riuscire a far succedere il cambiamento concretamente in tempi più rapidi e con minori rischi rispetto alle alternative più tradizionali.

EIM è in grado di:

  • concepire e gestire progetti di creazione di valore
  • accelerare la crescita profittevole dell’azienda; promuovere e gestire progetti di Top Line Growth
  • migliorare la performance operativa dell’azienda
  • migliorare la performance finanziaria, i risultati e la Cash Conversion
  • supportare i processi di Internazionalizzazione
  • trasformare la Governance e il controllo dell’Azienda
  • portare visione e favorire l’innovazione
  • rispondere a bisogni di nuove competenze manageriali e capacità operative e in tutti i casi in cui le necessità sono urgenti
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Counseling Strategico Relazionale

Accademia Counseling Strategico Relazionale.

Online copywriting & storytelling: counselingstrategicorelazionale.it

Testi sito Scuola Counseling Strategico Relazionale.

In questo sito si parla di aiuto.

  • Pensi di non averne mai bisogno?
  • Non sei disponibile a darlo agli altri?
  • Pensi che sia un segno di debolezza chiederlo o solo tempo sprecato offrirlo agli altri?

A seconda delle tue risposte a queste poche semplici domande, questo sito potrebbe rilevarsi uno spreco di tempo, in questo caso cambia pure pagina.
Oppure essere l‘inizio di un percorso che può trasformare la tua vitapersonale e professionale, in un capolavoro. Un percorso extra-ordinario per risultati straordinari.
E se sei arrivato fin qui a leggere, è molto probabile che rientri in questo secondo caso.

La relazione d’aiuto.

La questione è che “Spesso con le migliori intenzioni si ottengono i peggiori risultati”.
Per quanta passione ci mettiamo. Questo perché manca la preparazione.

Ed è proprio di questo che si occupa questo sito, il counseling in generale e l’Accademia Italiana di Counseling Strategico Relazionale in particolare: di preparare persone, prima che professionisti, ad affrontare con consapevolezza ed efficacia la relazione d’aiuto.

Con questo sito e con l’Accademia Italiana di Counseling Strategico Relazionale puoi apprendere e iniziare il tuo percorso extra-ordinario per risultati straordinari.

Naviga tra le pagine per saperne di più sulla nostra scuola, scoprire tutto sul counseling e sulla nostra offferta formativa.

sito Counseling Strategico Relazionale

Il modello teorico proposto è un innovativo modello di Counseling: il Counseling Strategico Relazionale (CSR).

È un modello integrato che nel corso dei 13 anni di esperienza nella formazione e nel counseling il Dr. Quaglietta ha potuto costruire, sperimentare e insegnare maturando una sintesi innovativa, coerente e funzionale degli elementi caratteristici di tre approcci in cui si è specializzato:

  • la PNL Sistemica di Robert Dilts
  • il Problem Solving Strategico di Giorgio Nardone
  • il Counseling Relazionale di Vincenzo Masini

Il modello pone il focus su modalità di aiuto pragmatico, rapido ed efficace in grado di far scoprire al cliente soluzioni concrete delle proprie attuali difficoltà, fornendo, allo stesso tempo, lo sviluppo delle sue potenzialità, razionali, emotive e relazionali.

Il focus della relazione di aiuto è puntato sul cambiare facendo; il cliente, risolvendo le difficoltà attuali, che porta nella relazione di counseling, amplia la propria consapevolezza, ristruttura la visione di se stesso, acquisisce nuovi modelli.

Al tempo stesso per il counselor è prioritario sviluppare, nel tempo, oltre alle capacità performative e razionali del cliente, le sue potenzialità relazionali ed emotive.

Il procedimento è quindi dinamico e duplice: se da un lato il counselee impara a risolvere autonomamente le proprie difficoltà attuali, dall’altro attraverso questo lavoro amplia la propria consapevolezza, ristruttura la visione che ha di se stesso e acquisisce nuovi modelli emotivo-relazionali che fa suoi nel rapporto con gli altri.

Oggi questo modello è insegnato nel corso triennale di counseling, nei master e nei seminari.

Le discipline all’origine del Counseling Strategico Relazionale

PNL sistemica o PNL di 3° generazione.

La PNL sistemica di Robert Dilts è una programmazione neurolinguistica evoluta che, alla ricerca della “differenza che fa la differenza” e forte dei risultati ottenuti nella psicoterapia prima e negli ambiti più disparati (business, sport, comunicazione…) poi, espande ulteriormente il suo oggetto di studio attraverso una visione olistica. Una PNL che amplia i suoi orizzonti e si muove all’interno di un sistema più ampio di valori di riferimento. Valori che considerano l’effetto che tutte le nostre azioni producono su ciò che ci circonda, spostando così il focus dagli obiettivi personali a uno scopo collettivo. Una PNL che possiamo definire pienamente ecologica.

Problem Solving Strategico.

Il Problem Solving Strategico (PSS) di Giorgio Nardone rappresenta un’avanzata tecnologia per trovare soluzioni efficaci ed efficienti a problemi complessi, soprattutto in quei contesti in cui le criticità devono essere risolte in tempi brevi. Per farlo, il modello spinge l’individuo oltre gli abituali schemi di ragionamento, accedendo così a risorse inutilizzate. Soluzioni creative e insolite a problemi, apparentemente, senza via d’uscita.  Un approccio che abbandona l’analisi oggettiva del problema per proiettarsi verso la molteplicità di scelte soggettive.

Counseling Relazionale.

Il Counseling Relazionale di Vincenzo Masini pone il counselor in un ruolo di educatore, o meglio di ri-educatore, del cliente all’umanità. Si tratti del rapporto che ha con se stesso, con gli altri o con il counselor, obiettivo non è il raggiungimento di uno scopo performativo ma lo sviluppo degli stati di coscienza del cliente, l’aumento della sua consapevolezza e della sua capacità affettiva.

Counseling Strategico Relazionale

“Se il mondo fosse chiaro l’arte non esisterebbe”

Il Counselor è un professionista, ai sensi della legge 4 del 2013.

Il Counselor aiuta persone e gruppi a superare difficoltà e problemi emotivi e relazionali, momentanei e non invalidanti.

Grazie al percorso triennale della scuola, una volta acquisite abilità specifiche di ascolto attivo, comunicazione efficace, probelm solving, colloquio orientativo ed educativo, il counselor potrà guidare i propri clienti a:

  • riscoprire le proprie risorse inesplorate;
  • affrontare e comprendere il proprio disagio;
  • gestire i conflitti interni;
  • fissare obiettivi e raggiungerli;
  • prendere decisioni;
  • migliorare le relazioni.

Il Counselor può svolgere la libera professione rivolgendosi a clienti privati (singoli, coppie o gruppi) o a contesti organizzativi pubblici e privati nei settori educativi, sanitari, scolastici e sociali, aziendali e sportivi. Le abilità relazionali, di colloquio e di problem solving, sviluppate nel percorso formativo, consentono una vasta gamma di applicazioni professionali nell’ambito della relazione di aiuto.

Il Counselor professionista può proporsi, con progetti ad hoc, nelle scuole ministeriali di vario grado. I progetti, strutturati su bisogni formativi specifici e calibrati sulle caratteristiche del Counselor, mirano a crerare valore aggiunto per la scuola favorendo il benessere relazionale di adolescenti, genitori, famiglie e insegnanti.

Sempre più importante inoltre è oggi la figura del counselor aziendale che oltre a fornire formazione di contenuto sulle tematiche di propria competenza (Comunicazione, Organizzazione, Motivazione) può fornire consulenza di processo insegnando alle persone a migliorare le proprie abilità di soluzione di conflitti e problemi.

L’Accademia Italiana di Counseling Strategico Relazionale offre un percorso completo e riconosciuto per diventare Counselor professionista che include formazione teorica, pratica supervisionata, lavoro di gruppo, tirocinio formativo e possibilità successiva di collaborazione come Counselor nell’Accademia stessa.

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Amplea

Amplea. 1, 2, 3, alza il volume.

Vuoi aumentare la voluminosità dei tuoi capelli?
Cerchi prodotti specifici per un risultato professionale?
Allora solleva le radici, aumenta lo spessore e idrata con Amplea. La linea haircare che non solo ampia il volume dei tuoi capelli, ma li protegge e li rende più resistenti.

La bellezza incontra il benessere.

Tecnologia Voluhidra Complex®. Ogni prodotto della linea Amplea si basa su un complesso ricchissimo di sostanze volumizzanti che si legano al capello, imprigionando molecole d’acqua e aumentano lo spessore del singolo stelo.

Redoxina®. Ogni prodotto della linea Amplea attraverso l’azione degli aminoacidi della cheratina e l’effetto benefico dell’Alga Klamath protegge i capelli dai segni del tempo.

Paraben free. Come ogni prodotto Elgon, anche quelli della linea Amplea sono privi di parabeni.

I 3 prodotti a cui non rinunciare per un volume sensazionale.

Grazie alla loro azione combinata i prodotti Amplea possono offrirti, finalmente, il volume che sogni per i tuoi capelli, oltre a un’azione anti age e time control. Una linea completa per chi vuole un trattamento integrato dalla radice alla punta.

Trattamento pre-volumizzante per aumentare il volume fin dalle radici e dare corpo ai capelli. Prima dello shampoo: solo 10 minuti per un’azione radicale.

Bagno volumizzante. Da usare come un comune shampoo per risultati sullo spessore del singolo stelo fuori comune.

Spray volumizzante. Agita e spruzza per completare la tua piega volume. Idrata, dona morbidezza e leggerezza ai capelli senza appesantirli per un risultato professionale che dura per giorni.

amplea elgon

Copywriter freelance: Luca Bartoli
Clienti: Pidielle – Elgon Cosmetic
Prodotto: Amplea

Elgon

Elgon nasce nel 1970 a Milano, capitale internazionale della moda e dello stile, grazie al talento e all’esperienza del fondatore nella cosmetica professionale. Da oltre 40 anni lavoriamo con gli acconciatori professionisti che credono nel potere della bellezza e nella capacità creatrice del loro lavoro: formulando e producendo colorazioni e cosmetici capillari sempre più efficaci, delicati e piacevoli, e offrendo ai saloni formazione e metodi specifici per creare bellezza. Oggi siamo presenti in oltre 70 paesi e disponiamo di un’innovativa Accademia di formazione a Firenze.

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Io, NeoNarciso

Manifesto dei metrosexual italiani scritto da Luca Bartoli per Numéro Beauté – aprile 2007. Storytelling & metrosexual.

“Io, NeoNarciso.”

Quando bello non basta.

La nuova vanità al maschile.

Verso la fine dell’ottocento Havelock Ellis, medico e psicologo, nel suo studio sull’autoerotismo definisce il narcisismo come una perversione sessuale in cui l’individuo fa di se stesso l’oggetto principale delle proprie pulsioni erotiche. Oggi in una società che definisce se stessa come ‘postmoderna’, quindi più moderna della stessa modernità, le cose si sono decisamente rovesciate. Medici e psicologi esaltano la masturbazione come precondizione di una sessualità felice mentre il narcisismo, privato della sua carica (auto)erotica, non è più una malattia. E se lo è, la cura è ancora ben lontana dall’essere scoperta.

Ma cosa significa oggi essere un narciso?

Narcisismo e neonarcisismo.

Per comprendere un fenomeno così attuale non possiamo di certo affidarci a trattati di psicopatologia o a rigide definizioni ‘da dizionario’ che tendono a enfatizzare la componente d’auto-ammirazione. Il narciso contemporaneo, in questo, stravolge completamente il mito narrato da Ovidio circa il bellissimo giovane condannato a innamorarsi della sua stessa immagine. Il neonarciso non passa il tempo celebrando agli altri la propria bellezza. Tutte le sue energie sono dirette al raggiungimento di un egoistico ed egocentrico desiderio di perfezione. E poiché quest’obiettivo è irraggiungibile per definizione, la sua vita è una lotta contro il tempo. Una compulsiva ricerca della novità, sia questa una dieta dai risultati miracolosi, un nuovo esercizio o l’ultima innovazione cosmetica appositamente pensata per lui.

La freneticità ha rovesciato il mito.

Perfetti si diventa?

È proprio il perfezionismo nella sua duplice valenza aspirazionale e nevrotica a fornirci, la chiave di lettura per comprendere il narciso del XXI secolo. Giudice implacabile di se stesso ed essere in perpetuo divenire, soddisfatto e orgoglioso della sua perenne insoddisfazione. Tanto ci sarà sempre un’area del proprio corpo da migliorare, un nuovo ideale da soddisfare e un ulteriore standard da raggiungere. L’identità del neonarciso è salva.

Il senso di mancanza diventa una bandiera.

 Edonismo e rivoluzione estetica.

All’inizio degli 80, dopo una ventina d’anni dalla loro nascita, si diffondono su larga scala le lampade a raggi UVA. La ricerca del piacere (e quindi del piacersi), imperante in quegli anni, è un motore inarrestabile. “Ormai abbiamo tutto, non resta che diventare belli”. La bellezza diventa status symbol. La bellezza è in vendita ed è alla portata di tutti. Centri estetici e solarium si affollano di donne e uomini uniti dal desiderio d’apparire più belli, diventando il teatro di questa rivoluzione. Una vera rottura col passato, se consideriamo che per secoli uomini e donne si sono presi cura di sé separatamente. Basta pensare alla distinzione, oggi ancora valida per certe fasce di popolazione, tra barbiere per lui e parrucchiere per lei.

L’ultima rivoluzione sessuale si compie con leggerezza.

 Tv e nuovi modelli.

Al di là del ruolo della pubblicità, che spesso più che innovare la società la rincorre, la televisione e in particolare il mondo delle serie televisive d’oltreoceano fanno di tutto per promuovere questi comportamenti sopratutto tra i più giovani. Si creano sex-symbol poco più che adolescenti per nulla imbarazzati nel prendersi cura di se stessi come, dove e quanto le proprie coetanee. Mike Seaver di Genitori in blue jeans, Zack Morris di Bayside school, per non parlare dell’intero cast maschile di Beverly Hills 90210, serie simbolo dei primi anni ’90. Ed è proprio nei dieci anni che precedono la fine del millennio che la tv mostra sempre più frequentemente uomini parzialmente o totalmente depilati, con grande gioia dei centri estetici che, cavalcando l’onda, offrono tariffe speciali ai loro nuovi clienti. Negli stessi anni nelle palestre di tutto il mondo si diffonde un nuovo ideale: il fitness. I corpi non sono più “mostruosi” come quelli dei bodybuider anni ’80, ma aggraziati, sinuosi e scolpiti a suon d’aerobica e cardio. Nei primi anni del nuovo millennio il cerchio si chiude: un numero crescente di trasmissioni e la fortunata serie Nip / Tuck puntano i riflettori sulla chirurgia estetica maschile: botulino, lipoaspirazioni ma non solo. Cade così l’ultima roccaforte riservata alle donne, ogni distinzione tra i generi è annullata.

La scatola che rende tutti schiavi ha liberato la bellezza. Per tutti.

 Il nuovo uomo sul grande schermo.

Anche il cinema fa la sua parte mostrandoci sempre più spesso divi ossessionati dal proprio aspetto non solo dietro la macchina da presa. Gli ’80 si aprono con Richard Gere e il suo American Gigolò, subito un punto di riferimento di un nuovo modo di essere uomo, lontano anni luce dai duri alla Bogart. Da lì a 20 anni il passaggio al narcisismo come mania è palpabile in American Psyco. Nella pellicola, il protagonista nell’evoluzione della sua follia è alle prese con maschere esfolianti, lettini solari e allenamenti ossessivi. Persino a casa nostra nel recente Saturno contro, Stefano Accorsi è alle prese con una crema per il contorno occhi, sotto lo sguardo incredulo della moglie, al secolo Margherita Buy.

Narciso è ormai uno di noi.

Il neonarcisismo tra virilità e omosessualità.

Ma come si relaziona il nuovo uomo con gli altri uomini e sopratutto come questi si relazionano a lui? I nostalgici del mito dell’uomo virile, quelli che mostrano con orgoglio il pelo sul petto e pensano che in fondo l’uomo “ha da puzzà”, lo guardano con sospetto. Ai loro occhi si tratta di una ‘mezza checca’ da etichettare e tenere a distanza. Per quanto riguarda i rapporti con il mondo omosessuale, i neonarcisi sono tutti, più o meno, consapevoli di avere uno stile di vita (oggi considerato) da gay. Alcuni ci scherzano su tranquillamente, mentre altri sentono ogni tanto il bisogno di mettere i puntini sulle ‘i’ e marcare la propria etero-identità.

Un’identità di frontiera.

I rapporti con l’altro sesso.

Quaranta anni di femminismo (o qualsiasi cosa fosse) sono, in parte, riusciti a demonizzare la ricerca di una bellezza fine a se stessa. Così, oggi una buona parte della popolazione femminile, se da un lato vive quasi con vergogna il bisogno di piacere e di piacersi, dall’altro condanna l’idea che un uomo si curi quanto o più di loro. Soprattutto, queste donne non accettano che lui lo faccia con orgoglio e alla luce del sole. L’unica difesa per preservare la propria autostima è mettere in dubbio la virilità di questi sedicenti nuovi uomini. L’invidia del pene si manifesta su altri oggetti di forma analoga, siano questi pinzette per le ciglia o rulli per la ceretta.

Fortunatamente per il neonarciso esiste tutta un’altra fascia di popolazione femminile che apprezza gli effetti di tanta cura e vanità. È una donna esteta, tendenzialmente più sicura di se stessa e della propria identità, che non si sente messa in discussione se il suo compagno le consiglia circa una crema o una dieta. Neanche se lui passa un po’ più tempo di lei nel bagno.
La bellezza ha sempre un prezzo.


Copywriter: Luca Bartoli
Cliente: RCS Media Group
Prodotto: Numéro Beauté
Articolo sul tema “Metrosessualità”

Sullo stesso tema: Da NeoNarciso a NeoSansone (Metrosessualità e capelli) e Giù le zampe dalla mia crema (Metrosessualità e cura delle mani)

Metrosexual

Metrosexual è un neologismo utilizzato per indicare uomini eterosessuali in genere provenienti da aree metropolitane (metro-) e caratterizzati da comportamenti vagamente simili a quelli femminili, essendo forti consumatori di cosmetica avanzata, praticanti il fitness, l’abbronzatura artificiale, la depilazione del corpo e altri trattamenti estetici o salutistici. Il termine metrosexual non è utilizzato per indicare la semplice vanità o il narcisismo, quanto la ricerca quasi ossessiva di un ideale di perfezione estetica che si reputa riconosciuto socialmente.

Il termine metrosexual è di uso giornalistico e non ha applicazione in ambito scientifico, né sociologico né psicologico. Si tratta di un calco della parola inglese metrosexual, un incrocio linguistico tra le parole metro(politan) e (hetero)sexual, che risale al 1994 per opera di Mark Simpson nel quotidiano britannico The Independent, sebbene la sua diffusione risalga ai primi anni 2000.

Secondo Niklas Luhmann i mass media, producendo di continuo nuove informazioni che rendono quasi immediatamente obsolete le precedenti, avrebbero un importante ruolo nella generazione e rinnovamento dei canoni di riferimento.

La generazione di questi canoni e la loro idealizzazione estrema, possono costituire una fonte di fatturato per l’industria, che a partire dagli anni 1990 offre uno spettro di prodotti dedicati alla cura del corpo maschile.

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Mani & metrosexual italiani

Giù le zampe dalla mia crema

Guida pratica per il nuovo uomo alla cura delle mani.

storytelling Luca Bartoli – Articolo pubblicato su Numéro Beauté novembre 2007

Tema: Cura delle mani dei metrosexual italiani

Dal pollice opponibile alla manicure.

Secondo Darwin il successo evolutivo dell’uomo ha origine nelle mani, nella capacità di opporre il pollice alle altre dita. Senza questa abilità sarebbero impossibili la maggior parte delle azioni quotidiane. Raggiunta la posizione eretta, nel corso dei secoli le mani hanno assunto diversi significati e persino una certa sacralità. Dalla chiromanzia all’imposizione delle mani, per guarire il corpo o per salvare l’anima. Dalla stigmate cristiana all’amputazione prevista per i ladri dalla legge coranica. Dalla ‘mano invisibile’, che in economia crea il benessere generale dalla somma degli interessi personali, all’inchiesta ‘Mani pulite’, fino al ‘fatto a mano’, segno distintivo che in un rigurgito anti(post)modernità contraddistingue i prodotti (industriali) di qualità superiore. Ma che valore hanno le mani per il singolo (nuovo) uomo?

Oggi più che mai, le mani sono potenti rivelatori sociali, più affidabili dei comuni status symbol (l’accessorio firmato può essere un ‘falso’, l’auto da sogno può essere un sogno preso a noleggio). Le mani dicono chi siamo (impronte digitali a parte) e cosa facciamo quotidianamente (spaccar legna o suonare il sassofono in una jazz band). Le mani incontrano e incantano, le mani seducono. Inevitabile quindi che il ‘nuovo uomo’, il nostro neonarciso, se ne voglia curare.

Da falegname ad agente segreto.

In attesa dell’arrivo massiccio di prodotti studiati appositamente per Lui, il nostro eroe deve abbandonare la trincea della mascolinità e partire in avanscoperta. Dopotutto, storicamente parlando, fino a ieri le mani le usava e basta (per cacciare, per raccogliere, per combattere e, infine, per costruire cose) e solo stamattina si è svegliato con l’irresistibile bisogno di prendersene cura. I rimedi ci sono, basta rubarli a nonne, sorelle e fidanzate varie. Il Santo Graal è a portata di mano.

La ricerca è iniziata, ma il non poter ammettere apertamente un così grande interesse per la “cura e il benessere delle proprie mani” (che persino scritto tra virgolette ha un suono decisamente poco virile) lo costringe a trasformarsi in uno 007 in incognito. Appostamenti in bagno, pedinamenti in profumeria, intercettazioni dall’estetista, scansione a raggi x del beauty case, ore e ore a trascrivere interminabili quanto soporifere conversazioni tra amiche.

Forzando il beauty del tesoro.

Lassù qualcuno lo ama o almeno gli dà una mano, e così la sua dedizione è premiata: accorgimenti, consigli, rimedi naturali e piante miracolose. Neonarciso non crederebbe ai propri occhi, se non stesse toccando con mano il suo tesoro. Per iniziare, qualche semplice accorgimento: ogni volta che si lavano le mani, è importante asciugarle bene, l’acqua potrebbe renderle ruvide, e subito dopo massaggiarle con una crema idratante. D’estate, crema protettiva sul dorso per evitare le rughe e d’inverno, oltre ai guanti, prodotti idratanti, nutrienti, antietà, antimacchia. E quando si usano i detersivi (amando così tanto sé stesso è molto probabile che neonarciso viva da solo) è sempre bene usare un paio di guanti di gomma foderati all’interno. Continuando a scavare nel forziere, ecco comparire i rimedi più naturali: massaggi con l’olio d’oliva e creme nutrienti da fare in casa. Ricette semplici, biologiche, quasi commestibili, come la crema per mani screpolate: lasciar fondere 4 cucchiai di burro di cacao, aggiungere 3 cucchiai d’olio di mandorle dolci e infine 5 cucchiai di succo di cetriolo. Mescolare con cura, raffreddare in frigo e buon appetito!

Salute e bellezza in punta di dita.

Le unghie non sono semplicemente un segno di bellezza, indice di amore e cura verso noi stessi, ma soprattutto un indicatore di salute. Quella parte di noi, che cresce ogni giorno di 0,1 mm, rivela eventuali disordini o carenze alimentari, ma anche disturbi e malattie da non trascurare. Un colorito pallido o giallo, fragilità, chiazze violacee o una pigmentazione simile a un ematoma sono campanelli d’allarme che meritano l’attenzione di un medico. Per tornare alla bellezza, anche per le unghie esistono rimedi ‘della nonna’ in grado di donar loro splendore in modo naturale. Bastano un cucchiaio di olio extravergine di oliva e uno di olio essenziale di limone, per avere un elisir di bellezza da applicare con un batuffolo di cotone. Tra le piante è l’equiseto, con il suo alto contenuto di silicio, il miglior rimineralizzante da integrare all’alimentazione. Alimentazione che non può trascurare, oltre al silicio, lo zolfo, la vitamina H, lo zinco e le proteine sulfonate.

Come fermare l’economia di autoconsumo.

Come sperimenta ogni bambino nei primi anni di vita, il corpo umano nasconde mille profumi e mille sapori. Crescendo però, l’estrazione di snack dalle cavità nasali e da altri parti del nostro organismo è censurata. A questo punto, comparando costi e benefici l’onicofagia, ovvero il rosicchiarsi le unghie, è una delle attività di autoconsumo meno interessanti: non offre un grande vantaggio in termini di gusto, i segni rimangono e il rischio di essere beccati sfiora il 100%. C’è chi lo fa per controllare l’ansia, chi in modo compulsivo, chi per sublimare in modo autolesionistico l’aggressività o per attirare l’attenzione. In ogni modo, implicazioni psicologiche incluse, non ci si fa una gran figura e neonarciso non vuole di certo tradire se stesso (anche se amandosi così tanto, sa che verrebbe perdonato senza passare neppure una notte a dormire sul divano). A soccorrerlo in farmacia, in erboristeria e in profumeria, prodotti e integratori per lenire la parte rovinata, e soprattutto oli per rendere sgradevole il sapore dell’unghia.
La storia è sempre la solita, per la bellezza c’è da rinunciare sempre a qualche peccato di gola.


Copywriter: Luca Bartoli
Agenzia: Freelance
Cliente: RCS Media Group
Prodotto: Numéro Beauté
Articolo sul tema “Metrosessualità e cura delle mani”

Sullo stesso tema: Io Neonarciso (Manifesto metrosexual italiani) e Da NeoNarciso a NeoSansone (Metrosessualità e capelli)

 

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Da NeoNarciso a NeoSansone

Metrosessualità e capelli.

Guida semiseria alla caduta dei capelli per il ‘nuovo uomo’.

“Da Neonarciso a  NeoSansone” storytelling di Luca Bartoli per Numéro Beauté – ottobre 2007


Dalle origini del mito alle cause del problema.

La Bibbia dedica quattro capitoli a Sansone, l’eroe leggendario che combatté i Filistei, uccise a mani nude un leone e cadde ingannato da una donna. Le Scritture narrano che fu Dalila, scoperto il suo segreto, a consegnarlo ai nemici, consigliando loro di tagliare le sue ‘sette trecce’, origine della sua forza.

La storia non ha fretta di cambiare. E mentre Venere continua a mietere più vittime di Bacco e Tabacco messi insieme, una fluente chioma resta un must per molti uomini, un autentico mito di virilità. Virilità che paradossalmente è il peggior nemico dei capelli, poichè è proprio il testosterone, il più maschile degli ormoni, la principale causa dell’alopecia androgenetica (nome scientifico della comune calvizia). In particolare, se proprio vogliamo andare a spaccare il capello, è la trasformazione dell’ormone in androstenedione a renderlo più fragile.

Della cute e del karma.

Origine e cause a parte, il ‘nuovo uomo’ o neonarciso (come lo abbiamo definito in precedenza) è consapevole, oggi come mai nella storia, che una folta criniera è il risultato di una cura e un’attenzione costante nel tempo. Una sorta di karma dell’estetica o, per rifarsi a modelli meno orientali, un “chi semina raccoglie” applicato a ogni cellula del nostro corpo. E quando si tratta di salute, cura o bellezza, la pubblicità sa essere maestra autorevole. Così, fin dagli anni ’80 non possiamo far finta di non sapere che “prevenire è meglio che curare” come ci ricordava continuamente un uomo in camice bianco. Sarà stata la semplicità del messaggio o il fascino di quell’uniforme, ma tutti sembrano averlo assimilato, come testimonia la maggior parte del milione e duecentomila risultati (solo in italiano) che si trovano accostando le parole ‘caduta’ e ‘capelli’ su un comune motore di ricerca. Una corsa nella rete a caccia di shampoo rivitalizzanti, integratori, impacchi, rimedi farmacologici prima di passare a quelli chirurgici, ai trapianti, agli autotrapianti e agli innesti. Prima che sia troppo tardi.

Non è mai troppo presto.

Prevenire, prevenire, prevenire. Il messaggio dei media riecheggia tra medici e televenditori, farmacisti e parrucchieri, dermatologi ed erboristi. E allora fin da teenager, addio a lacche, gel o simili, tanto in voga fino a qualche anno fa, meglio passare alle cere modellanti, considerate meno invasive. E poi, non più di due/tre lavaggi la settimana, per non sfibrare i nostri capelli, evviva le lozioni, sì al balsamo per proteggerli (forse il primo cosmetico ‘rubato’ all’universo femminile, prima di creme, cremine, esfolianti e antirughe). A seguire, sistemi di autovalutazione dello stato di salute dei nostri capelli: conteggio quotidiano, test del lavandino, tira-e-conta ecc. Il festival della prevenzione è solo all’inizio. E se proprio le cose non vanno per il verso giusto, ci sono sempre prodotti specifici per mascherare la calvizia in attesa di un miracolo. La posta in gioco è troppo alta, visto che per alcuni più che un difetto estetico o un segno del tempo, la calvizia è (testuali parole di uno delle centinaia di siti che trattano il problema) “una menomazione con ripercussioni psicologiche in grado di ridurre anche in modo considerevole il benessere complessivo della persona e quindi la sua qualità di vita”. In fondo, se quando ci vediamo bene ci sentiamo meglio, deve valere anche il contrario, no?

Miracoli in offerta speciale & affini.

Nella reclame quando non si usa l’autorità di un camice, di una ricerca o di un testimonial, si gioca a chi la dice più grossa: polveri magiche, impacchi traumaturgici, pillole della folta felicità, integratori reintegranti, parrucche intelligenti, paracadute follicolari, corsi d’addestramento per bulbi da difesa, innesti da battaglia. Il nostro neonarciso ormai neosansone, è confuso, allo sbando di fronte al progressivo diradarsi della sua chioma. Non sa più dove sbattere la testa: allo “Houston vi stiamo perdendo” si somma il “e se non facessi la scelta giusta” seguito dalla domanda “tutto questo stress si ripercuoterà negativamente sui miei già mortificati capelli?”. Una sorta di stress al cubo con contorno di disinformazione. Se il nostro eroe non si abbatte, qualche semplice ricerca, resa più facile dalla rete, può schiarirgli subito le idee. Basta saper accettare che i miracoli non esistono: il capello se ne è andato e non ritorna più. Escludendo la chirurgia, per molti troppo radicale, tra le soluzioni più interessanti incontriamo le, così dette, fiale anticaduta, che rinvigoriscono il capello ostacolando l’effetto indebolente dell’androstenedione. Chi le ha provate parla di una notevole riduzione dei caduti nel lavandino. Ci sono battaglie che si possono vincere e altre in cui è meglio limitare i danni.

L’importante è non arrendersi.

Rasati e contenti.

Talvolta però, la resa è inevitabile. Tanto vale farlo a testa alta, anziché calva. Negli ultimi 4/5 anni abbiamo assistito, così, al dilagare di una vera e propria epidemia. Dapprima pochi costretti dal fato infausto, poi i rasseganti che hanno deciso di fare le prove del Giorno del Giudizio, seguiti dagli ortodossi del “prevenire è meglio” e infine, quelli che l’hanno scelto per il gusto di scegliere, proprio perché non ne avevano alcuna necessità. Un contagio di dimensioni considerevoli, l’invasione dei rasati. Così mentre pochi estremisti si sono dati alla lametta, le vendite di rasoi elettrici regola-barba sono volate alle stelle. Il tutto naturalmente condito da un po’ di sana “coltivazione” mediatica (distorsione della realtà o semplice accelerazione di fenomeni già in essere portati alla ribalta) a suon di personaggi e sex symbol rigorosamente rasati. Bruce Willis, Fabio Cannavaro, fino ad arrivare all’icona del ‘nuovo uomo’ ipercurato e trendy, David Beckham.

In fondo si può essere belli anche senza capelli.


Copywriter: Luca Bartoli
Cliente: RCS Media Group
Prodotto: Numéro Beauté
Articolo sul tema “Metrosessualità e cura dei capelli”

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Content Marketing

Dal content marketing al “seo content marketing”.

Scopri perché è il modo migliore per ottimizzare un sito.

Se stai pensando di utilizzare il content marketing per promuovere il tuo marchio o la tua azienda, innanzitutto ti faccio i miei complimenti: sei sulla strada giusta per battere i tuoi concorrenti in temini di business e per assicurarti un vantaggio attraverso i motori di ricerca. A questo punto puoi, leggerti l’articolo che segue – spero sia di tuo gradimento e che ti offra una risposta ai tuoi “content marketing cos’è?”, “si può fare content marketing in italiano?” – oppure, se vai di fretta, puoi scrivermi a lucabartoli@gmail.com e sarò ben lieto di risponderti personalmente.

Cos’è il content marketing?

content marketing[socialring]

Probabilmente una delle parole più di moda in questo momento sulla rete è content marketing. E sebbene si tratti dell’ultimo trend, l’idea è vecchia, molto più del web.

Definizione di content marketing.

Traduzione da wikipedia:

Content marketing è qualunque forma di marketing che implica la creazione, la condivisione e la pubblicazione di contenuti allo scopo di acquisire clienti. Questo genere di informazioni possono essere presentate attraverso una varietà di formati, incluse notizie, video, video, white papers, e-books, infografiche, case history, guide, domande, articoli di risposta, foto ecc. Il content marketing non è focalizzato sulla vendita (almeno non esplicitamente – annotazione mia), ma sul comunicare e informare consumatori e potenziali clienti. L’idea è di generare business e ispirare fedeltà da parte degli acquirenti attraverso un “consistente e continuo flusso di informazioni di valore”.

“Ok, ma quindi?” – non so te, ma è quello che mi chiedo sempre quando leggo cose del genere – “Come si traduce questa definizione di content marketing in pratica?” In pratica, se operi da un po’ di tempo in settore, se sai fare cose, se hai fatto cose, se hai delle competenze, sei seduto su una miniera d’oro. Ma ancora non lo sai.

Seo e contenuti.

Con il termine SEO (acronimo di Search Engine Optimization) o ottimizzazione (in italiano) si intendono tutte quelle attività finalizzate a migliorare il posizionamento di un sito nei risultati offerti dai motori di ricerca ai loro utenti. E come ben sai, più in alto esci, più visite ricevi (e non ricevono i tuoi concorrenti), più business puoi generare anche se non vendi nulla online. A grandi linee possiamo dividere queste pratiche in due:

  • ottimizzazione onpage (interna al sito), di cui l’aspetto più importante è il seo copywriting;
  • ottimizzazione offpage (all’esterno del sto), di cui l’aspetto più importante è il link building e per cui ti serve un seo specialist;

“Ma Luca, non stavamo parlando di content marketing?” è la domanda che ti può nascere spontanea. Ti rispondo subito: , ne stiamo ancora parlando e il content marketing è il miglior modo di avere link di qualità che spingano il tuo sito, in alto, in alto, molto in alto. Per questo preferisco parlare di…

Seo Content Marketing ovvero “link di qualità”.

seo content marketing [socialring]

Cercando online potresti trovare, o magari hai già trovato, complicate definizioni, roboanti affermazioni e disquisizioni certosine, che ti fanno perdere un sacco di tempo e non ti lasciano nulla. Non ho una personale definizione di seo content marketing, non voglio atteggiarmi a guru del web, voglio farti capire di cosa stiamo parlando, così magari mi contatti per il tuo content marketing. Per farlo ti ripropongo una metafora che ho usato durante una collaborazione con il titolare di un sito che andava a posizionarsi in un’arena molto agguerrita: “…contro tutti gli altri siti, non andremo a combattere solo col nostro. Ma con un arsenale di contenuti”. E questo “arsenale di contenuti” molto probabilmente ce l’hai già in tasca, per questo ti ho scritto prima “sei seduto su una miniera d’oro“. A questo punto, cosa ti serve per iniziare il tuo content marketing? Probabilmente, solo la persona giusta, magari un seo copywriter in grado di sviluppare una strategia di link building efficace… Molto piacere sono Luca, mi stai leggendo da un po’, e questa è la mia email: lucabartoli@gmail.com  A questo punto direi che dovresti avere un’idea di cosa intendo per “seo content marketing” e una serie di domande, relative al tuo caso, al tuo sito, alle keywords che vuoi conquistare e al tuo business. Scrivimi pure, la mia mail è sempre quella sopra. Ti lascio con…

Seo Content Marketing in azione.

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La Scatola delle Emozioni per Tempo Box.

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Il Carnevale più bello del mondo per Il Carnevale di Viareggio.

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Carnevale 2.0 per il Carnevale di Viareggio

Carnevale Viareggio Social Marketing

Discoteca 2.0 per La Bussola Versilia

Bussola Versilia Network

Come fare seo nel 2017.

Lo zoo di Google con Penguin, Panda, Tiger ecc. ha spaventato tanti esperti seo e sedicenti guru del web, declassandone molti a “ciarlatani della rete”. Ma come si fa a ottimizzazione un sito oggi? Quando lavoro, sia che si tratti di uno dei miei siti sia che si tratta di siti altrui, io seguo costantemente alcuni principi:

  • Il contenuto è e sarà sempre più importante;
  • Semplicità, semplicità, semplicità;
  • Più diversi sono i contenuti, meglio è;
  • La variabile tempo conta, che tradurrei con “troppo, troppo in fretta, puzza”
  • Anche il tuo tempo e il mio contano, principio che va in totale contrasto col precedente e tradurrei con “nessuno ha tempo da perdere”;
  • Non tirare troppo la corda: i link devono essere naturali;
  • I social network conteranno sempre di più;
  • Google non si frega e se lo fai e ti scopre, sei fottuto.
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